Ente responsabile: Ente di gestione delle Aree Protette del Po Piemontese
Nome: Mulino Vecchio (Fascia fluviale del Po)
Codice: ZPS/ZSC IT1110050
Longitudine: 7.971000
Latitudine: 45.256000
Area (ha): 414
Regione biogeografica: Continentale (100%)
Mulino Vecchio è posto lungo le sponde della Dora Baltea in un’area prettamente agricola e racchiude nei suoi confini vaste superfici, pari all’incirca ad un terzo del suo territorio, occupate da seminativi e pioppeti, che giungono spesso al limitare delle fasce boschive riparie. Il resto dell’area è caratterizzato da un ambiente fluviale con presenza di greti, lembi di saliceto ripariale, residui di boschi planiziali e di robinieti.
Esso prende il nome dal rudere di un vecchio mulino che si trova all’interno del sito insieme ad alcune belle cascine tipiche della pianura vercellese.
Nel sito sono stati individuati 2 ambienti boschivi di interesse comunitario, di cui uno prioritario ai sensi della D.H.: si tratta dell’ambiente dei boschi ripari (91E0) qui rappresentati dai saliceti di salice bianco (Salix alba) e da pioppeti di pioppo nero (Populus nigra) e, in un’area discosta dalla sponda fluviale, su suoli a carattere idromorfo, da un lembo di alneto di ontano nero (Alnus glutinosa) con frassino maggiore (Fraxinus excelsior) e ontano bianco (Alnus incana), che qui si trova a quota particolarmente bassa. L’altro habitat boschivo censito è il querco-carpineto (9160), poco più esteso dell’habitat precedente anche se frazionato dagli estesi coltivi.
Per quanto riguarda la fauna esistono dati relativi solo a quella erpetologica. Nel sito e nei suoi dintorni sono segnalati 3 anfibi e 5 rettili, tutti ancora diffusi sul territorio regionale, senza particolari esigenze ecologiche; tra questi sono inserite nell’All. IV della D.H. la lucertola muraiola (Podarcis muralis), il ramarro (Lacerta bilineata), il biacco (Hierophis viridiflavus), il saettone (Zamenis longissimus) e la rana agile (Rana dalmatina).
Nella ZSC non sono noti dati di presenza di Pelobate fosco insubrico, tuttavia non si possono escludere in quanto quest’area non è stata mai indagata a differenza delle numerose ricerche condotte lungo il tratto della Dora Baltea più a valle (Eusebio Bergò, 2016a; 2016b), fino alla confluenza col Po (Seglie, 2014; Seglie, 2016). Esplorazioni territoriali svolte nel 2019 in supporto alle fasi di predisposizione del progetto LIFE hanno però permesso di identificare habitat perifluviali particolarmente idoneo al Pelobate.